Madre Russia!
Se non sapessimo con certezza dove
fossimo, guardandoci attorno diremmo Russia, ma non quella che
conosciamo, ma una calda, tranquilla, balneare Russia.
Già, perché qua le insegne dei
negozi, i cartelli stradali, addirittura molti menù dei ristoranti
sono scritti in russo. La stragrande maggioranza delle persone, a
parte i Vietnamiti che vi lavorano, sono questi europei dai
lineamenti tutti uguali, che sembrano usciti da qualche film
americano, dove puntualmente fanno la parte di chi viene preso a
calci nel culo, ma che qui la fanno da padroni.
Ciò è un bene per noi, in quanto
nonostante i prezzi leggermente più alti, la qualità media di
alberghi e ristoranti è notevolmente superiore in confronto ai
luoghi in cui siamo già stati; pure il servizio è migliore, ma con
dispiacere dei camerieri vietnamiti quando è il momento di pagare,
noi barboni non lasciamo le mance russe.
Tutto ciò però va a discapito del
motivo che ci ha portato in Vietnam, in quanto questa sembra una
comune località balneare come ce ne sono a centinaia in tutto il
mondo, ma per un paio di giorni direi che si può resistere.
Per quanto riguarda noi due, dopo aver
sudato come due maratoneti dilettanti per fare con gli zaini i cento
metri di salita che ci separano dalla fermata del bus all'hotel,
decidiamo di noleggiare uno scooter, un Honda, garanzia di
sicurezza... se solo partisse. Dopo vari tentativi ci concede di
mettersi in moto... partenza! Peccato che non ci sia benzina, allora
siamo costretti a fare subito rifornimento dal benzinaio: una signora
che fuori dal suo negozietto ha una pompetta che contiene solo tre
litri di benzina e che deve caricare ogni volta tirando una leva su e
giù. Più che altro sembra il benzinaio delle macchinine Peg Perego
dei bambini. Comunque constatiamo che anche qui va di moda pagare
tanto la benzina, forse è per quello che poca gente va in giro in
macchina.
Si riparte, ci vuole un po' di
ambientamento per le strade “a macchia”, le macchie sarebbero le
buche, però nonostante lo speccheitto “homemade” da cui riesco a
vedere solo il riflesso del mio petto ci prendo la mano e sembro il
Valentino Rossi dei tempi migliori da come sorpasso i vietnamiti nel
loro habitat. In poco tempo arriviamo al deserto, si, il famoso
deserto vietnamita! Non so cosa ci facciano qui, fatto sta che ci
sono delle dune di sabbia, anche piuttosto grandi.
Dopo un po' di
sosta sulla cima di quella più alta scansando le signore venditrici
di teli per scivolare giù dalle dune (che per pigrizia ci rifiutiamo
di fare: dopo essere scesi bisogna anche ritornare su...) riprendiamo
lo scooter e ci fermiamo per il tramonto, nonostante non sia dei
migliori, a vedere il panorama dalla baia con decine e decine di
barche di pescatori ancorate nei pressi della riva, posto in cui
torniamo anche la mattina dopo per le foto che la mia macchina
fotografica mi costringe a fare, che pazienza!
Torniamo in hotel con
l'intenzione di fare un bagno in piscina (che hotel da sboroni!) e
non facciamo tempo a rientrare in camera che comincia a piovere, ma
dopo una giornata sotto il sole nulla ci può fermare, quindi ci
godiamo un po' di relax in piscina sotto la pioggia... e stavolta,
anche se non centra molto con il Vietnam, non è che ci dispiaccia
poi tanto...
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