martedì 11 novembre 2014

MUI NE - Dove i russi vanno in vacanza

Madre Russia!
Se non sapessimo con certezza dove fossimo, guardandoci attorno diremmo Russia, ma non quella che conosciamo, ma una calda, tranquilla, balneare Russia.
Già, perché qua le insegne dei negozi, i cartelli stradali, addirittura molti menù dei ristoranti sono scritti in russo. La stragrande maggioranza delle persone, a parte i Vietnamiti che vi lavorano, sono questi europei dai lineamenti tutti uguali, che sembrano usciti da qualche film americano, dove puntualmente fanno la parte di chi viene preso a calci nel culo, ma che qui la fanno da padroni.
Ciò è un bene per noi, in quanto nonostante i prezzi leggermente più alti, la qualità media di alberghi e ristoranti è notevolmente superiore in confronto ai luoghi in cui siamo già stati; pure il servizio è migliore, ma con dispiacere dei camerieri vietnamiti quando è il momento di pagare, noi barboni non lasciamo le mance russe.
Tutto ciò però va a discapito del motivo che ci ha portato in Vietnam, in quanto questa sembra una comune località balneare come ce ne sono a centinaia in tutto il mondo, ma per un paio di giorni direi che si può resistere.
Per quanto riguarda noi due, dopo aver sudato come due maratoneti dilettanti per fare con gli zaini i cento metri di salita che ci separano dalla fermata del bus all'hotel, decidiamo di noleggiare uno scooter, un Honda, garanzia di sicurezza... se solo partisse. Dopo vari tentativi ci concede di mettersi in moto... partenza! Peccato che non ci sia benzina, allora siamo costretti a fare subito rifornimento dal benzinaio: una signora che fuori dal suo negozietto ha una pompetta che contiene solo tre litri di benzina e che deve caricare ogni volta tirando una leva su e giù. Più che altro sembra il benzinaio delle macchinine Peg Perego dei bambini. Comunque constatiamo che anche qui va di moda pagare tanto la benzina, forse è per quello che poca gente va in giro in macchina.

Si riparte, ci vuole un po' di ambientamento per le strade “a macchia”, le macchie sarebbero le buche, però nonostante lo speccheitto “homemade” da cui riesco a vedere solo il riflesso del mio petto ci prendo la mano e sembro il Valentino Rossi dei tempi migliori da come sorpasso i vietnamiti nel loro habitat. In poco tempo arriviamo al deserto, si, il famoso deserto vietnamita! Non so cosa ci facciano qui, fatto sta che ci sono delle dune di sabbia, anche piuttosto grandi. 





Dopo un po' di sosta sulla cima di quella più alta scansando le signore venditrici di teli per scivolare giù dalle dune (che per pigrizia ci rifiutiamo di fare: dopo essere scesi bisogna anche ritornare su...) riprendiamo lo scooter e ci fermiamo per il tramonto, nonostante non sia dei migliori, a vedere il panorama dalla baia con decine e decine di barche di pescatori ancorate nei pressi della riva, posto in cui torniamo anche la mattina dopo per le foto che la mia macchina fotografica mi costringe a fare, che pazienza! 







Torniamo in hotel con l'intenzione di fare un bagno in piscina (che hotel da sboroni!) e non facciamo tempo a rientrare in camera che comincia a piovere, ma dopo una giornata sotto il sole nulla ci può fermare, quindi ci godiamo un po' di relax in piscina sotto la pioggia... e stavolta, anche se non centra molto con il Vietnam, non è che ci dispiaccia poi tanto...

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