giovedì 13 novembre 2014

DALAT

Dalat è l'unico posto per adesso in cui il tempo non è stato dalla nostra parte, peccato perchè è una bella cittadina tra i monti a 1500 metri di altitudine con una temperatura gradevole.
Per arrivarci abbiamo percorso col bus delle buche, chilometri e chilometri di buche, qua c'è anche qualcuno che si azzarda a chiamarla strada, abbiamo fatto il rally bus, rischiando la vita più volte visto la guida "dolce" che hanno da queste parti.
Della città siamo riusciti a vedere solo la "crazy house": una casa che sembra uscita da Gardaland, molto carina e particolare ma una parte di essa è ancora un cantiere, con muratori che vi lavorano tra i visitatori (e per i bambini abbastanza pericolosa, con ringhiere delle scale bassissime o inesistenti, pezzi di ferro che spuntavano dai muri, ma qua non è che badano tanto alla sicurezza...)






 Abbiamo visitato un bel tempio con pagoda fatti a mosaico, probabilmente il più bello per ora visto qua. Arrivati in quest'ultimo purtroppo ha cominciato a piovere e ciò ci ha indotto a tralasciare il resto del programma.





A Dalat abbiamo avuto sorprese sia positive che negative a tavola. Abbiamo provato e apprezzato il caffè Vietnamita, un cappuccino con torta che però costavano più che in Italia (il cappuccino sopratutto in tutto il paese è caro), siamo andati in un ristorante giapponese: l'"Ichi", dove oltre all'ottima cucina abbiamo fatto amicizia col titolare e un signore in parte a noi mentre mangiavamo molto simpatico, entrambi giapponesi, e questo ci ha fatto fare un tuffo nel passato pensando al Giappone con un pò di nostalgia, forse perchè qua in Vietnam chiunque sembra interessato a te e abbia voglia di parlare pare lo faccia solo per cercare di venderti qualcosa. Per il mio compleanno invece abbiamo deciso di andare al "Momiji", un misto tra italiano e giapponese (qua la pasta e la pizza la fanno un po' dappertutto, male, ma la fanno), solo che il sushi era troppo caro e forse è un bene che non l'abbiamo mangiato visto la "freschezza" del polipo che ho ordinato e poi lasciato quasi tutto nel piatto; e non parliamo della pizza al sapore di menta e del resto. Insomma, pagando quasi come in un ristorante giapponese abbiamo preso una bella fregatura. Auguri a me!!
Di Dalat ci resterà anche il ricordo della nostra doccia in hotel, la pressione di un rubinetto non chiuso del tutto che perde qualche goccia... ci mancherai.

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