martedì 25 novembre 2014

LAOS - Noi e gli elefanti, gli elefanti e noi, noi elefanti

24 novembre, prendiamo il nostro primo Tuk Tuk. E che roba è? Si mangia? No, sono i taxi di queste parti, ignoranti! Si potrebbe paragonarli alle “api” della Piaggio, solo generalmente un po' più grandi, in cui i clienti salgono sul retro, che comodità! Sono colorati, simpatici, caratteristici di queste zone, ma qualsiasi sassolino che troverai sulla strada lo sentirai sulle tue chiappe, vabbè tanto ci siamo abituati... 




Per il prezzo della tratta è usanza contrattare, ma onestamente ne io e Marika siamo adatti a questo tipo di attività e ogni volta al massimo riusciamo a tirare giù il prezzo di un euro o due (in kip laotiani), rimanendo sempre con l'impressione di essere stati fregati di nuovo. Comunque, dopo aver “contrattato” con “Giustino”, l'autista ribattezzato così da noi, ci facciamo portare alle cascate di Tad Sae, aggiungendo cinque minuti di barca per arrivare sul posto. Barca, stretta e lunga, che sembra doversi ribaltare in qualsiasi momento, e in cui l'autista mentre è in movimento continua a svuotare dall'acqua con un catino, ma che problema c'è, non siamo mica alla Navigarda! È già tanto che non ci abbia messo cinque minuti per accendere il motore come quella che abbiamo preso il giorno prima. Arrivati a destinazione vediamo subito il principale motivo che ci ha portato in questo luogo:



Un modo diverso per festeggiare il compleanno di Marika (ps. È il suo compleanno! Auguri!)
Ci avviciniamo a toccarne uno per la prima volta: al tatto la pelle è molto dura e ruvida, con dei peletti neri di due/tre centimetri che spuntano un po' dappertutto e sono tutt'altro che morbidi, insomma, non è proprio come accarezzare un peluche!
Facciamo subito un giro su uno degli elefanti più piccoli: viene montato un palanchino sulla sua schiena in cui ci sediamo, il problema è che ci hanno dato l'animaluccio più irrequieto e che corre il doppio dei suoi simili, dunque a differenza degli altri clienti che sembrano godersi beati il giro a noi sembra di essere in groppa ad un cavallo... su e giù su e giù... Di questo giro non abbiamo foto, forse per mancanza di forza nell'indice dell'addetto a cui ho prestato la macchina fotografica.
Poi siamo andati a vedere le mini cascate del posto, veramente molto belle, con vasche di acqua limpidissima dove si poteva fare il bagno, anche se l'acqua era molto fredda.



Dopo mezzora di girovagare siamo arrivati al momento clou: il bagno con l'elefante! Questa è stata la parte in assoluto più divertente, in groppa all'elefante nel fiume. Io ne mangio di banane, ma questo qui in venti minuti se n'è mangiate una trentina, ci credo che poi sono grassi! A mio parere è stato il momento più divertente del nostro viaggio fino a qui, per Marika non lo so, un attimo che chiedo....”anche per te?” “siiiiii”.... ok, anche per lei.





Dopo aver fatto il bagno nel limpidissimo fiume marrone in cui stranamente non abbiamo preso qualche malattia (almeno per ora sembra di no) siamo corsi alle cascatelle, adesso l'acqua da molto fredda è passata a fredda e quindi ci siamo goduti un bel bagno in questo mini paradiso naturale.




Dopo essere tornati a Luang Prabang con il nostro mitico “Giustino”, che non capisce una mazza di inglese ma sorride sempre (e questo a noi basta e avanza, quindi lo abbiamo ingaggiato anche per la giornata dopo e poi... per forza sorride sempre, con tutti i soldi che gli abbiamo dato!), cena in un bel ristorantino nascosto vicino alla riva di un fiume, in cui per arrivarci dovevi attraversare un ponticello traballante fatto in bambù, che viene spazzato via durante la stagione delle piogge. Ci siamo goduti un ottima cena, e se a Marika non gli è piaciuta la giornata del suo compleanno... sberle!

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