24 novembre, prendiamo il nostro primo
Tuk Tuk. E che roba è? Si mangia? No, sono i taxi di queste parti,
ignoranti! Si potrebbe paragonarli alle “api” della Piaggio, solo
generalmente un po' più grandi, in cui i clienti salgono sul retro,
che comodità! Sono colorati, simpatici, caratteristici di queste
zone, ma qualsiasi sassolino che troverai sulla strada lo sentirai
sulle tue chiappe, vabbè tanto ci siamo abituati...
Per il prezzo
della tratta è usanza contrattare, ma onestamente ne io e Marika
siamo adatti a questo tipo di attività e ogni volta al massimo
riusciamo a tirare giù il prezzo di un euro o due (in kip laotiani),
rimanendo sempre con l'impressione di essere stati fregati di nuovo.
Comunque, dopo aver “contrattato” con “Giustino”, l'autista
ribattezzato così da noi, ci facciamo portare alle cascate di Tad
Sae, aggiungendo cinque minuti di barca per arrivare sul posto.
Barca, stretta e lunga, che sembra doversi ribaltare in qualsiasi
momento, e in cui l'autista mentre è in movimento continua a
svuotare dall'acqua con un catino, ma che problema c'è, non siamo
mica alla Navigarda! È già tanto che non ci abbia messo cinque
minuti per accendere il motore come quella che abbiamo preso il
giorno prima. Arrivati a destinazione vediamo subito il principale
motivo che ci ha portato in questo luogo:
Un modo diverso per festeggiare il
compleanno di Marika (ps. È il suo compleanno! Auguri!)
Ci avviciniamo a toccarne uno per la
prima volta: al tatto la pelle è molto dura e ruvida, con dei
peletti neri di due/tre centimetri che spuntano un po' dappertutto e
sono tutt'altro che morbidi, insomma, non è proprio come accarezzare
un peluche!
Facciamo subito un giro su uno degli
elefanti più piccoli: viene montato un palanchino sulla sua schiena
in cui ci sediamo, il problema è che ci hanno dato l'animaluccio più
irrequieto e che corre il doppio dei suoi simili, dunque a differenza
degli altri clienti che sembrano godersi beati il giro a noi sembra
di essere in groppa ad un cavallo... su e giù su e giù... Di questo
giro non abbiamo foto, forse per mancanza di forza nell'indice
dell'addetto a cui ho prestato la macchina fotografica.
Poi siamo andati a vedere le mini
cascate del posto, veramente molto belle, con vasche di acqua
limpidissima dove si poteva fare il bagno, anche se l'acqua era molto
fredda.
Dopo mezzora di girovagare siamo
arrivati al momento clou: il bagno con l'elefante! Questa è stata la
parte in assoluto più divertente, in groppa all'elefante nel fiume.
Io ne mangio di banane, ma questo qui in venti minuti se n'è mangiate una trentina, ci credo che poi sono grassi! A mio parere è
stato il momento più divertente del nostro viaggio fino a qui, per
Marika non lo so, un attimo che chiedo....”anche per te?”
“siiiiii”.... ok, anche per lei.
Dopo aver fatto il bagno nel
limpidissimo fiume marrone in cui stranamente non abbiamo preso
qualche malattia (almeno per ora sembra di no) siamo corsi alle
cascatelle, adesso l'acqua da molto fredda è passata a fredda e
quindi ci siamo goduti un bel bagno in questo mini paradiso naturale.
Dopo essere tornati a Luang Prabang con
il nostro mitico “Giustino”, che non capisce una mazza di inglese
ma sorride sempre (e questo a noi basta e avanza, quindi lo abbiamo
ingaggiato anche per la giornata dopo e poi... per forza sorride
sempre, con tutti i soldi che gli abbiamo dato!), cena in un bel
ristorantino nascosto vicino alla riva di un fiume, in cui per
arrivarci dovevi attraversare un ponticello traballante fatto in
bambù, che viene spazzato via durante la stagione delle piogge. Ci siamo goduti un ottima cena, e se a Marika non gli
è piaciuta la giornata del suo compleanno... sberle!
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