Lasciamo il Vietnam.
Sembra passata una vita da quando siamo arrivati. Per la prima volta possiamo dire di aver fatto un
viaggio, più che una vacanza, qui non è proprio un posto in cui si
va per rilassarsi, a meno che tu non sia russo. Dovendolo descrivere
in poche righe posso dire che è un mondo diverso, a tratti
incomprensibile, un posto sicuramente da vedere, ma non da viverci,
almeno per noi.
Ci sono luoghi bellissimi che
ricorderemo per sempre; Sapa, Ha Long, Tam Coc, meraviglie della
natura; poi i villaggi dei pescatori sul fiume, i mercati sulle
barche, le risaie, suoni e odori che ti colpiscono all'improvviso.
“Il Vietnam sarebbe bello se non ci
fossero i vietnamiti” ho detto a Marika a metà viaggio, ne sono
convinto. Il vietnamita è una macchina commerciale, capaci di
vendere di tutto, da uno spiedino a probabilmente la loro famiglia.
Stanno all'erta, e quando ti vedono puoi notare il simbolo del
dollaro sulle loro pupille. Questo può anche avere il suo fascino,
per carità, ma che aggiunto al costante rumore dei clacson che usano
con una facilità e passione inimmaginabili per noi occidentali
rendono la minima ricerca di relax nelle città un'impresa
impossibile. Tutto questo però si alleggerisce quando incroci
qualche bambino, qualche vecchietta col cappello di paglia, o il
marito pieno di rughe e con una lunga barba bianca che ti salutano
con un cenno del capo sorridendoti.
In questi giorni abbiamo fatto circa
2500 km in bus, che vi garantisco valgono almeno il doppio fatte in
Vietnam: si viaggia lentissimi, schivando buche e prendendo dossi che
ti fanno saltare dei centimetri dal tuo sedile ( non esagero). In
totale abbiamo fatto circa 65 ore in bus, mini soste comprese, non
male, ormai abbiamo i calli sulle chiappe.
Questo è stato il secondo paese
asiatico che abbiamo visitato dopo il Giappone, e ci ha fatto capire
la diversità che esiste nel mondo, anche due paesi poi non così
distanti sulla cartina geografica lo sono eccome nella realtà, ed è
proprio questo il bello di viaggiare: scoprire queste diversità.
Comunque sia salutiamo il Vietnam e i
vietnamiti, nel bene e nel male, e chissà, magari la prossima volta
saremo noi a vendere qualcosa ad uno di loro... “do you want to
rent a motorbike?” sarà difficile toglierselo dalla testa.
Comunque i post sul Vietnam non sono finiti, metterò ancora foto e commenti di posti visti appena avrò tempo!
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