giovedì 12 marzo 2015

GIOIA E DOLORE

I fattori principali per rendere indimenticabile un viaggio sono i posti che vedi coi tuoi occhi e le persone che incontri durante il tuo cammino, e se queste ultime tre settimane di duro lavoro, senza che le nostre pupille abbiano visto incantevoli scenari, sono passate veloci e piacevoli questo è dovuto essenzialmente alle nuove amicizie che stiamo facendo quaggiù.
Abbiamo passato tre settimane in un paesino di nome Donnybrook svegliandoci prima dell'alba, lavorando per quasi dieci ore al giorno raccogliendo pere, che spesso mi trovavo a sognare la notte forse perché ne sentivo la mancanza, mele e prugne. Lavoro reso duro sopratutto dal caldo dell'estate, che però spesso la sera già dopo le sette ti costringeva ad indossare una felpa appena andava giù il sole, pazza estate australiana.




Non posso non dedicare due righe alla metropoli Donnybrook: dall'alto dei suoi circa duemila abitanti la città vanta un supermercato; un campo da cricket; una stazione ferroviaria (chiusa visto che da anni non passa più nessun treno); TRE benzinai (carissimi); una stazione della polizia senza poliziotti in cui suonando il campanello chiami automaticamente al telefono una stazione di un altro paese; e una pizzeria che ovviamente nelle tre settimane in cui vi siamo stati era chiusa. Lo so che dopo aver letto questa ottima recensione state già facendo le valigie per venire a visitarla!
In compenso però c'era un bel parco giochi per bambini attrezzato con griglie e corrente elettrica e sopratutto degli spogliatoi abbandonati, ormai famosi tra i ragazzi che lavoravano come noi nella zona, dove finito il lavoro andavamo a fare una doccia fresca. Ma nonostante non fossero che due case ci siamo divertiti lo stesso a vivere nel nostro van e a fare amicizia con le due coppie di italiani che abbiamo conosciuto, e questo è l'importante. Ora siamo a Perth per una settimana, stiamo aspettando il nostro van che è dal meccanico per un controllo dell'impianto gas prima che saltiamo in aria, e appena riparato andremo a cercare lavoro a Manjinup perchè le pere già ci mancano.






Per chiudere vorrei dedicare due parole, anche se è difficile, a una persona importante che ora non c'è più, una di quelle persone che anche se non conoscevo benissimo era li, come c'è sempre stata da quando sono nato, sangue del mio sangue, e faceva parte di un mondo felice in cui sono cresciuto e che pian piano per il passare del tempo e la fragilità della vita si sta sgretolando e non ci sarà più. E mi vengono in mente piccoli momenti che tutto d'un tratto diventano grandi ricordi, che mi porterò sempre appresso come la semplicità del tuo “ciao dariolino” quando mi vedevi, e ora che so che non lo potrò più sentire mi si blocca il respiro, e mi sale addosso come un senso di colpa per non essere li, anche solo a provare un minimo ad alleviare il dolore che deve provare la mia famiglia in questo momento. Certe notizie vorresti non averle mai. Ciao zio Eddy, ti porterò sempre con me. Dariolino.


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